È quanto emerge dall’edizione 2018 di Rainbow Europe che ha inserito il nostro paese al 32esimo posto su 49 in Europa in tema di tutela dei diritti umani di persone omosessuali, bisessuali e transessuali.
È di questi giorni la notizia dell’aggressione ai danni di una coppia gay a Pisa.
Purtroppo questo episodio è solo l’ultimo di una lunga serie. Ogni anno in Italia, infatti, più di 100 persone subiscono abusi a causa del loro orientamento sessuale o identità di genere.
E’ facile immaginare come questi numeri non rappresentino la realtà effettiva dal momento che tanti, pur avendo subito abusi, spesso non ritengono di presentare una denuncia.
La Gay Help Line, il servizio di contact center gestito dal Gay Center che offre aiuto immediato e supporto psicologico alle vittime di episodi di omofobia e transfobia, ha stilato una mappa della discriminazione.
Il maggior numero di chiamate arriva dal Centro Italia, con il 44,5% di richieste, segue il Nord con il 34,5% e il Sud con solo il 21 per cento.
Molte persone, soprattutto transessuali, vengono discriminate sul posto di lavoro o non vengono assunte a causa della loro identità di genere.
Sconcertante è la notizia di episodi di omofobia verso i bambini non solo a scuola ma anche in famiglia.
Le storie raccontano di minori cacciati di casa, segregati senza contatti con l’esterno, o autorizzati ad uscire solo per andare a scuola.
Sebbene sia chiara la necessità di porre fine agli episodi di omotransfobia, promuovendo una cultura del rispetto dell’altro, in Italia nessuna legge punisce il reato di omofobia.
Il disegno di legge che prevederebbe l’estensione della legge Mancino-Reale al movente d’odio basato sulla discriminazione in base all’identità di genere ed orientamento sessuale (Disegno di legge n. 1052/2013), approvato alla Camera il 19 settembre 2013 e trasmesso al Senato quattro giorni dopo, non è mai stato discusso.
Tale norma, se entrasse in vigore, nel punire coloro che istigano “a commettere o commettano violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi fondati sull’omofobia o trans fobia” consentirebbe di proteggere una fascia consistente della popolazione da episodi di odio e violenza.
Alla luce di quanto detto, non sorprende, quindi, che il nostro paese sia al 32esimo posto su 49 in Europa sui diritti umani di persone omosessuali, bisessuali e transessuali.
Questo, infatti, è quello che emerge dall’edizione 2018 del Rainbow Europe secondo il quale il progresso verso l’uguaglianza e la parità di diritti per le persone Lgbti, in termini percentuali, è rimasto in Italia a poco meno del 27%, che vale al nostro Paese il 32esimo posto, appunto, su 49 Paesi europei.