A prescindere dall’introduzione delle Unioni civili, una coppia di persone dello stesso sesso è una famiglia ed i suoi componenti sono titolari dei medesimi diritti di due coniugi, e , quindi, anche del diritto alla pensione di reversibilità.
Il Prof. Ettore Zanola e l’Arch. Rolando Borsato sono stati insieme e hanno convissuto per più di 40 anni.
La relazione si è conclusa nel mese di giugno del 2015 con la morte di Borsato, morte avvenuta proprio un anno prima che entrasse in vigore la legge sulle Unioni civili.
La coppia, quindi, non si era sposata non per scelta ma perché l’ordinamento non glielo ha permesso a causa dell’impossibilità, al tempo, per le coppie dello stesso sesso, di unirsi in matrimonio.
Poco prima di morire, l’Arch. Borsato aveva usufruito della pensione di Inarcassa, la Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti.
Una pensione la cui reversibilità sarebbe dovuta spettare al compagno di una vita e che invece Inarcassa si era rifiutata di erogare proprio per la mancata qualità di coniuge in capo al compagno del defunto.
Il Tribunale di Milano era stato della stessa idea di Inarcassa sostenendo che “la pensione di reversibilità spetta al coniuge superstite in presenza di regolare matrimonio“.
La Corte d’Appello di Milano, con la sentenza n. 1005 del 24.05.2018, ha, invece, dato ragione al Prof. Zanola condannando Inarcassa “al pagamento del trattamento pensionistico di reversibilità, inclusi i ratei arretrati”.
Si tratta di un provvedimento di grandissima importanza frutto del lavoro degli avvocati di Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI,
A prescindere dall’introduzione delle Unioni civili, secondo la Corte di Appello, una coppia di persone dello stesso sesso è una FAMIGLIA ed i suoi componenti sono titolari dei medesimi diritti di due coniugi, anche del diritto alla pensione di reversibilità”.
Il Prof. Zanola e l’Arch. Rolando Borsato non hanno potuto sposarsi, non certo per scelta, ma perché l’ordinamento non glielo ha permesso.
Nella sentenza in esame, la Corte d’Appello di Milano ricorda che nel nostro ordinamento la pensione al superstite “attua il permanere della solidarietà familiare oltre l’evento morte del lavoratore, solidarietà familiare che all’interno della coppia omosessuale stabile non può che essere rivolta a favore del partner al quale non è stato consentito unirsi in matrimonio”.
Ricordiamo, infatti, che, per quanto la legge sulle unioni civili sia entrata in vigore successivamente alla morte di Borsato, “la relazione familiare” era, comunque, esistente e tutelata dall’art. 2 della Costituzione.
E proprio per questo motivo, la Corte d’Appello conclude che “il diritto al trattamento pensionistico di reversibilità, costituzionalmente garantito e rientrante tra i diritti/doveri di assistenza e solidarietà propri delle relazioni affettive di coppia” deve essere riconosciuto “anche al partner superstite come diretta applicazione dell’articolo 2 della Costituzione; riconoscimento che può essere fatto dal giudice comune senza la necessità di porre la questione al vaglio della Corte Costituzionale”.